sabato 12 dicembre 2009
Crac Donati, arriva il fallimento
07:10 |
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Decretato il fallimento dello studio di consulenza fiscale di Riccardo Donati. Ora il tribunale di Livorno nominerà un curatore a cui spetterà il compito di ricostruire lo stato passivo dello studio venturinese, ricercare eventuali crediti e gestire il patrimonio fallimentare, procedendo alla liquidazione. Il caso del crac finanziario, su cui da mesi sta indagando la guardia di finanza, ha coinvolto centinaia di imprenditori della zona, danneggiati per il mancato versamento di Iva, Irpef e Irap da parte del consulente venturinese Riccardo Donati.
Un meccanismo che ha creato un buco di alcuni milioni di euro e rischia di mettere in ginocchio il tessuto delle piccole e medie imprese di Venturina.
Ieri la svolta, con la dichiarazione di fallimento della Donati Sas, società composta da Riccardo Donati e dal professionista livornese Stefano Lotti.
La richiesta di fallimento, formulata dal legale Pier Francesco Sica in qualità di difensore di alcuni imprenditori raggirati, è stata accolta dal pm Massimo Mannucci e girata al tribunale fallimentare. La sentenza accerta l’insolvenza della società di Donati e crea le premesse affinché le richieste dei creditori abbiano un’adeguata tutela, nonostante la criticità della situazione economica del debitore.
Sarà il curatore fallimentare a gestire il patrimonio della società, accertando il passivo a carico dello studio. Non cambia, invece, il rapporto tra i contribuenti raggirati e il fisco. Saranno loro stessi a dover colmare il debito d’imposta, corrispondendo le cifre non versate a suo tempo dal consulente.
«Il pm ha accolto la nostra richiesta e l’ha fatta sua - spiega l’avvocato Pier Francesco Sica - il fallimento apre nuovi scenari sul fronte penale, prefigurando le condizioni per l’ipotesi di bancarotta fraudolenta. Cambia inoltre la situazione delle persone danneggiate, che ora potranno far valere le proprie pretese al curatore fallimentare designato».
La dichiarazione di fallimento comporta ripercussioni sulla situazione, già pesantemente compromessa, del consulente fiscale venturinese.
In questi giorni sono in pieno corso le indagini della guardia di finanza che sta comparando le querele pervenute dai cittadini danneggiati con gli elementi delle indagini. Indagini che si preannunciano lunghe e difficoltose, vista la complessità della ricostruzione delle denunce dei redditi dei contribuenti, spesso manomesse dal consulente col meccanismo della compensazione con crediti inesistenti.
La sentenza dichiarativa di fallimento è necessaria affinché si possano configurare i reati di bancarotta. Qualora gli elementi delle indagini confermassero responsabilità oggettive, il consulente rischierebbe l’incriminazione per bancarotta fraudolenta, per la quale è prevista una pena da tre a dieci anni di reclusione. Uno scenario che si andrebbe a sommare alla possibile formulazione di altre due ipotesi di reato, appropriazione indebita aggravata e truffa.
Autore:L.Centini
Fonte:il Tirreno 11.12.09
Un meccanismo che ha creato un buco di alcuni milioni di euro e rischia di mettere in ginocchio il tessuto delle piccole e medie imprese di Venturina.
Ieri la svolta, con la dichiarazione di fallimento della Donati Sas, società composta da Riccardo Donati e dal professionista livornese Stefano Lotti.
La richiesta di fallimento, formulata dal legale Pier Francesco Sica in qualità di difensore di alcuni imprenditori raggirati, è stata accolta dal pm Massimo Mannucci e girata al tribunale fallimentare. La sentenza accerta l’insolvenza della società di Donati e crea le premesse affinché le richieste dei creditori abbiano un’adeguata tutela, nonostante la criticità della situazione economica del debitore.
Sarà il curatore fallimentare a gestire il patrimonio della società, accertando il passivo a carico dello studio. Non cambia, invece, il rapporto tra i contribuenti raggirati e il fisco. Saranno loro stessi a dover colmare il debito d’imposta, corrispondendo le cifre non versate a suo tempo dal consulente.
«Il pm ha accolto la nostra richiesta e l’ha fatta sua - spiega l’avvocato Pier Francesco Sica - il fallimento apre nuovi scenari sul fronte penale, prefigurando le condizioni per l’ipotesi di bancarotta fraudolenta. Cambia inoltre la situazione delle persone danneggiate, che ora potranno far valere le proprie pretese al curatore fallimentare designato».
La dichiarazione di fallimento comporta ripercussioni sulla situazione, già pesantemente compromessa, del consulente fiscale venturinese.
In questi giorni sono in pieno corso le indagini della guardia di finanza che sta comparando le querele pervenute dai cittadini danneggiati con gli elementi delle indagini. Indagini che si preannunciano lunghe e difficoltose, vista la complessità della ricostruzione delle denunce dei redditi dei contribuenti, spesso manomesse dal consulente col meccanismo della compensazione con crediti inesistenti.
La sentenza dichiarativa di fallimento è necessaria affinché si possano configurare i reati di bancarotta. Qualora gli elementi delle indagini confermassero responsabilità oggettive, il consulente rischierebbe l’incriminazione per bancarotta fraudolenta, per la quale è prevista una pena da tre a dieci anni di reclusione. Uno scenario che si andrebbe a sommare alla possibile formulazione di altre due ipotesi di reato, appropriazione indebita aggravata e truffa.
Autore:L.Centini
Fonte:il Tirreno 11.12.09
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